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&laquo;La poesia di Cecilia Bertacche [...] si muove negli angoli oscuri, che non sono da intendersi nella loro comune accezione negativa, bens&igrave; quelli nascosti dallo sguardo e dai pensieri immediati, ma non per questo meno rilucenti, che sono dunque frutto di un lavoro profondo di limatura, perch&eacute;, affinch&eacute; possano librarsi in volo, sono stati alleggeriti da quelle sovrastrutture, soprattutto espressive, che impediscono alle parole di innalzarsi leggere, di oltrepassare i confini e gli spazi per arrivare dove &egrave; giusto che esse si fermino.&raquo;&nbsp;<br />
(dalla Prefazione)<br />
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Iniziai a scrivere giovanissima, vivendo sulle sponde dell&rsquo;Adda. Pubblicazioni su riviste specializzate occasionali. Ho continuato nel tempo finch&eacute; a Milano editai un libro dal titolo<i> La Porta Incantata</i>, dove narravo la potenza dell&rsquo;anima nei momenti pi&ugrave; bui di una malattia atroce. Tornai sulle sponde dell&rsquo;Adda, a Laus Pompeia (Lodi Vecchio) e, all&rsquo;ombra della magnifica Basilica di San Bassiano, editai una raccolta di poesie che era il sunto dei testi scritti per l&rsquo;evento che costruimmo grazie alla grande sensibilit&agrave; di Mons. Spini, all&rsquo;aiuto dell&rsquo;Assessorato alla Cultura e a tanti splendidi grandi Musicisti, in primis il Maestro Fausto Caporali, Organista del Duomo di Cremona e insegnante presso il conservatorio di Torino, Antonella Ruggiero e, per due volte, gli Ottoni della Scala di Milano con il loro direttore Brian R. Earl. La chiamammo &ldquo;Musicaltra&rdquo;, il compendio dei testi utilizzati in quell&rsquo;occasione prese il titolo di <i>Il Sacro, L&rsquo;anima e La Pietra</i>. Questa dunque &egrave; la mia terza uscita editoriale e la mia seconda raccolta di versi. Spero vi faccia Anima.&nbsp;