Avventure galanti del XVIII secolo

Restif (de) la Bretonne


Pubblicato: 1797
Categoria(e): Saggistica, Biografie & Autobiografie

Schiarimenti

Nobile Signora,


dedico a Voi questa minuscola raccolta di alcuni dei più interessanti brani de l'opera voluminosa di Retif de la Bretonne.

Nella presente rinascita del libro in Italia, il più grande scrittore erotico di quel XVIII secolo, ch'è sì vario e sì tumultuoso, non si doveva dimenticare.

Nicolas Edme Retif de la Bretonne? quanti lo conoscono in Italia? li potreste numerare, io credo, sulla punta delle dita della vostra bella mano. Quasi come in Francia dove, pure ingiustamente dimenticato, non vive che per le biblioteche di quei rari e melanconici spiriti eletti, i quali nella affannosa e nevrastenica vita moderna conservano ancora il culto e la venerazione della bellezza.

Sono pessimista, Signora mia; sebbene io m'accinga a scrivere di un autore che è tutto grazia, tutto madrigali, come il suo secolo, prima che il dèmone della rivolta agitasse la Francia, sovvertendo il mondo e preparandoci quella che è veramente – e purtroppo! – l'epoca moderna; la quale s'inizia col furioso 89 parigino, e non con altre date, come pretenderebbero imporci gli storici, che degli umani eventi non compilano se non il catalogo.

Del nostro A. due editori parigini ànno, a dire il vero, lanciato, or non è molto, sul mercato librario alcuni ridottissimi volumi; ma da noi non se n'è fatta mai pubblicazione.

Ne tentiamo la sorte i primi, desiderosi di contribuire alla divulgazione di un settecentista, che deve essere tratto dall'ombra immeritata in cui giace.

«L'oscurità – egli dice ne la Paysanne Pervertie – è la cosa che più mi spaventi».

E sia dunque egli sottratto a quella oscurità, che degna ben più sarebbe di tanti suoi contemporanei, specie se speculando in casa nostra ci vien fatto di pensare alle avvilite lettere italiane, o agli azzimati pastorelli d'Arcadia, cui l'iroso ma ammirabile Baretti segnò le spalle di tanto provvide frustate.

 

Nacque Retif de la Bretonne a Saucy, un piccolo paesello silvoso della Borgogna, nel 1734; morì a Parigi l'otto febbraio del 1806.

Figlio d'un agiato agricoltore, a diciassette anni fu dal padre inviato a Auxerre, presso un tale signor Parangon, a impararvi l'arte de la tipografia. Egli stesso ce ne informa in Monsieur Nicolas, l'opera sua capitale, che costituisce anche la raccolta delle sue memorie. Madama Parangon, la signora, una donna di bella statura, ammirabilmente proporzionata, sul viso de la quale si vedevano egualmente fusi nobiltà e bellezza e quel… delizioso non so che caratteristico delle francesi… . tenne un posto importantissimo nel cuore del giovinetto.

Il quale se ne invaghì fortemente e non riuscì a temperare il… suo ardore, se non di sorpresa, una notte in cui, il signor Parangon assente, potè penetrare nel tepido santuario di lei e rinnovare l'episodio di Lucrezia infelice, senza le fatali conseguenze di cronaca di quei tempi infedeli.

Tanto più che Madama Lucrezia Parangon era forse donna di più acuto spirito della Lucrezia… leggendaria, che d'altronde si uccise «solamente dopo il dolce peccato: non prima».

E chi ne avrebbe, Signora mia, il coraggio?

Eppoi – asserisce l'etica del Tarquinio Retif – il peccato non sta nel peccato: il peccato sta nel farsene accorgere.

Madama Parangon nulla fece sapere al marito e il peccato non è mai esistito. E credo, Signora mia, che sovratutto in questo caso Retif filosofo abbia ragione. Sovratutto in questo caso in cui si può benissimo peccare senza lasciarne traccia, a meno che non si sia proprio… jettati.

 

A trentadue anni appena Retif de la Bretonne inizia la sua vita letteraria, e cioè nel 1766.

La sua vita trascorre prima tra l'amore, i disordini d'ogni sorta e il lavoro poco proficuo di operaio compositore.

La Famille vertueuse è il primo suo volume, e non ha successo affatto. Egli ne attribuirà in seguito, ne le sue memorie, la colpa a l'audacia de l'ortografia, conforme assolutamente alla pronuncia.

Lucile, ou le Progrés de la Vertu – segue qualche tempo appresso ed è il racconto delle scappate di madamigella Cadette Forterre, una delle più belle ausserresi che M. Nicolas abbia giammai sognate.

Le Pied de Fanchette – comincia la reputazione di Retif de la Bretonne, quantunque – more solito – non gli arrechi gran che di benefizî.

Gli editori, sempre li stessi, Signora mia, pongono mano alle contraffazioni e il povero Retif, che appena da pochi anni ha principiato la sua «era non obbrobriosa, non miserabile», si trova forse più stretto dalle angustie di quando esercitava il mestiere d'operaio-compositore!

Il piede di Fanchette? non è che il romanzo di una graziosa femmina, adorata da un vecchio per la seduzione irresistibile che esercitano i piedini di lei.

Retif de la Bretonne ebbe una vera debolezza per i piedini delle donne; e Voi, Signora, avreste indubbiamente fornito argomento a più d'un suo capitolo.

Teti uscita dalle spume, Venere in carne ed ossa lo avrebbero tentato inutilmente, se avessero avuto dei piedi non mignon.

Sarebbe stato come tentare Santo Antonio; quantunque Retif non simigliasse davvero il casto eremita della Tebaide!

Se Cleopatra avesse avuto il difetto d'un piede plebeo, e Marc'Antonio i gusti di questo scrittore; Cesare Augusto avrebbe passato più d'un brutto quarto d'ora.

Ma se Teti la marina, Venere Citerea, e Cleopatra la regina delle… Sfingi, avessero al contrario posseduto quel minuscolo piedino che tanto Retif idolatrava, e, prodigiosamente, fossero ritornate a tentarlo; oh! allora queste signore chi sa come se la sarebbero cavata. Ve lo accerto, Signora, chi sa… ma lasciamo l'inchiostro tremolare nella penna.

Il Balzac del settecento (così lo appella infatti un critico valente, e per una volta tanto questi signori hanno ragione; giacchè Retif de la Bretonne ne la sua portentosa produzione di oltre duecento volumi abbraccia veramente le diverse espressioni de la vita del suo secolo, pur se è eminentemente un erotico) sarebbe stato capace di giocare a quelle signore il tiro che Marte e Apollo giocarono alla seconda di esse, una certa notte, nella camera di un oste di Castelfranco, se dobbiamo prestar fede ad Alessandro Tassoni:

Fatto avean Marte e 'l Giovine Tebano
Trenta volte cornuto il Dio Vulcano.

narra il Modenese spirito bizzarro.

Ma noi siam convinti che da solo, il paesano di Borgogna, altre trenta volte avrebbe poste le c… al dio Vulcano.

Leggete, a questo riguardo, l'episodio de le «Attrici de l'Opéra» – che noi pubblichiamo.

 

I piedi de le donne Retif de la Bretonne li amò dunque religiosamente.

Ad una bella calzatura – e dovevano usarne delle carine in quel secolo incipriato! – egli avrebbe eretto un altare.

Per parlare d'un bel piedino creava dei vocaboli apposta, quasi quanto farei io, se lo potessi, per offrire a Voi, Signora, questa umile e forse vana fatica di traduttore; a Voi che siete ancora una figura del settecento, della prima metà, intendiamoci bene, e siete giunta a noi miracolosamente, attraverso le rovine degli avvocati demagoghi e dei medici aspri e falliti, quali Marat, della seconda metà.

 

Conoscete Voi, Signora, Fragonard? lo conoscete indubbiamente meglio di chi ora ve ne parla.

Retif de la Bretonne è il Fragonard della letteratura.

Orbene, Signora, Retif de la Bretonne è il Fragonard de le lettere del XVIII secolo. Dico delle lettere e non dico francesi; poich'egli esula dal limitato confine della sua patria.

Sono esulati del resto De Flers e Caillavet: concediamone l'onore anche a Retif de la Bretonne.

Fragonard, contemporaneo di Retif, è nato nella Provenza «fiorita e imbalsamata che si bagna nelle acque turchine del Mediterraneo».

È stato il pittore del suo tempo, sebbene per un momento, impressionato dagli attacchi mossi a Boucher da parte degli scrittori preparanti la rivoluzione, abbia tentato di sottomettersi ai gusti – anzi ai cattivi gusti – che andavano mutando la moda. Dipinse la vita che gli si svolgeva attorno con la pastosità, la luminosità, la grazia dei colori della sua Provenza.

Retif de la Bretonne quando scrive è pastoso, è luminoso, è gentile come Fragonard.

Regnante la bellezza e madama Pompadour; la vita fatta di piccoli vasi di Sèvres, di cipria, di parrucche, di minuetti; non era possibile essere diversi.

 

Ma si ballerà presto la carmagnola e per le strade una folla briaca sostituirà il Ca jra! alle vecchie canzoni di Francia:

 

O chanson! Rayon de gaité,
Un dieu dut t'envoyer sur terre
Pour faire oublier la misère
Dont le genre humain est doté.

 

Il regno di Luigi XIV lancia gli ultimi suoi fulgori, sotto Luigi XV la gloria dei Re di Francia si spenge, mentre la canzone echeggia ancora gioia e godimento.

Ma Luigi XVI non è che un pover'uomo e la canzone, sotto di lui, si fa beffarda, si fa aspra, si fa minacciosa.

I colori mutano: da tenui e vaporosi si fanno di fiamma e di sangue per tutta la Francia. L'incendio divampa: addio Fragonard, addio Retif de la Bretonne, piccoli piedini, femmine galanti, avventure deliziose!

Le damine di ieri sono le Furie di Francia, i cicisbei tuonano alla Montagna. Marat il mostruoso è di moda; chi più volgare parla, più in alto è alzato sugli scudi.

Precisamente come oggi da noi, mia bella Signora!

Retif de la Bretonne s'adatta ai tempi nuovi, scrive, perdonate, Le Pornographe.

Il titolo è orribile, le intenzioni ottime.

Dovete sapere, Signora, che… . quando il popolo si desta, la… . prostituzione aumenta… . meravigliosamente.

Così era avvenuto appunto a Parigi allora.

Femmine al Palais-Royal; femmine – oh! profanazione – al Jardin d'Êgalité; femmine anche alla Convenzione Nazionale.

Retif de la Bretonne si muta in legislatore e detta, nel Pornographe, le norme per porre un freno al dilagare impressionante della corruzione. Ha un successo enorme, europeo: Giuseppe II in seguito gli offrirà il titolo di barone. Ma Retif non è che un sognatore che vorrebbe certi… . siti, contornati di boschetti, e le femmine di essi intente ad affinarsi lo spirito!

Mercier è assai più pratico di lui.

Ma saltiamo questo capitolo difficile a trattarsi… .

Girate pure la pagina, Signora.

 

Che vi dirò ancora? del Paysan o della Paysanne Pervertis? ne leggerete un brano in questo volumetto che vi mando e alle idee del quale ho già accennato dianzi. Di Monsieur Nicolas e dei suoi principî filosofici? del Mimographe; de l'Antropographe, del Gynographe o del Glossographe? de l'Anti-Justine? no, per carità, è impubblicabile.

Debbo dirvi del teatro eccezionalmente verista di Retif de la Bretonne? non ebbe fortuna, quantunque Retif sia il vero precursore del verismo.

E allora? allora io non ho scritto che questa breve guida per Voi, Signora, per invogliarvi alla lettura del più galante scrittore del XVIII secolo.

Troverete nel volumetto anche una Vita di Carlotta Corday. Leggetela, è interessante: lo è maggiormente se pensate che l'eroica vergine del Calvados riassume in sè lo spirito di molte generose donne in quei giorni del Terrore.

E infine, Signora, mi potrò dir lieto se sarò riuscito ad allegrarvi, con la mia fatica di traduttore, alcune ore. Valete.

Vostro

ALFREDO MANTERO.